Io sono figlia di un ferroviere e di una casalinga. Mia mamma ha fatto le commerciali e mio papà la quinta elementare, però mio papà era quello che portava i soldi a casa come si addiceva a quei tempi.
Non
vivevamo assolutamente nel lusso, eravamo in cinque e mio papà era un
semplice impiegato. Io sono la terza figlia, nata a 12 anni di distanza
dal mio secondo fratello; e nata femmina dopo due figli maschi.
Tralasciando questi particolari, per me non insignificanti, voglio
raccontare di Ugovizza.
Perché nonostante in famiglia si vivesse
modestamente (dove però uno dei grandi vanti di mia madre era quello di
non aver mai contratto un debito in vita sua, cosa non da poco!) noi
andavamo in villeggiatura! E per precisare andavamo in villeggiatura ad
Ugovizza, vicino a Tarvisio in provincia di Udine. E ci stavamo, credo,
un mese. Andavamo all'albergo alla Posta, un albergo a conduzione
famigliare, gestito da mamma e figlia, con l'aiuto del marito della
figlia ed un altro fratello scapolo. La figlia ed il marito avevano a
loro volta tre figli con cui io giocavo... Anna, Hubert e la piccola
Agnese. Di quell'albergo ricordo ancora perfettamente l'odore nonostante
io avessi credo dai 5 agli 8 anni circa. La scusa era che io dovevo
cambiare aria perché ero magrolina e mangiavo poco, la cosa divertente è
che io nella mia vita ho sempre avuto problemi di sovrappeso!
Credo che in realtà per mia mamma questa era una specie di via di fuga dal resto della famiglia, una specie di ferie per lei. Nonostante che per potersi permettere di fare questa vacanza, anzi scusate... villeggiatura, lei si adattava a diverse cose. Aiutava in cucina; dividevamo il pasto, credo che si fossero accordati per una cena in due per risparmiare qualcosa, e ci portavamo una branda da casa dove dormivo io. Era una branda militare con lo scheletro di legno e poi stoffa grezza al centro, forse canapa, dove credo mettevano un materassino. Poi mio papà ci raggiungeva il sabato pomeriggio e se ne andava la domenica pomeriggio. Ovviamente per raggiungere Ugovizza usavamo il treno, che per noi era gratis dato che mio papà era dipendente delle Ferrovie. A quel tempo tutta la famiglia aveva diritto a questo servizio gratuito. I figli maschi forse fino alla maggiore età e le femmine fino al matrimonio.... infatti io ho smesso di usufruire un po' prima dei 19 anni.
L'albergo alla Posta era fatto principalmente di legno, infatti ad un certo punto hanno dovuto chiudere perché avrebbero dovuto spenderci troppi soldi per rimetterlo a norma secondo le leggi che erano state emesse riguardo alla sicurezza antincendio. Ricordo perfettamente le scale di legno, i piani con i grandi pianerottoli, il corridoio verandato che serviva per poter andare in bagno, che affacciava su un cortile di servizio, dove facevano il bucato e credo veniva tagliata la legna per cucinare o scaldarsi, credo avessero la stufa a legna.... non ricordo se c'era o no il riscaldamento. Per entrare in cucina bisognava scendere due o tre scalini e si entrava nelle classiche cucine di una volta, l'odore come dicevo è impresso da qualche parte nella mia mente, odore di cibo misto a legno. Mi capita ogni tanto di passare da qualche parte, mi è successo recentemente passando davanti ad un vecchio buffet, sentire l'odore e tornare indietro per sentire l'odore di Ugovizza... In cucina c'era sempre la vecchia mamma che cucinava, poi entrando a destra c'era un bar frequentato principalmente da persone di sesso maschile, per di più del posto. Ed alla sinistra la sala da pranzo, anche questa tutta in legno. L'albergo era costruito sotto il livello della strada, e quindi fuori dalla porta d'ingresso c'era un grazioso cortile con seggiole, tavolini e ombrelloni. E per salire in strada bisognava salire per una decina di scalini.
Lateralmente all'albergo, sulla destra, c'era una rapida salita che portava al bosco. Era un bosco bellissimo, pieno di ciclamini. Ci andavamo spesso, quella volta mia mamma aveva ancora le gambe che funzionavano bene.....
A Ugovizza c'era, anzi c'è ancora, il fiume... quanti ricordi!!!! E la cascata che poi hanno eliminato per costruire la centrale idroelettrica......ma nel mio Universo personale c'è ancora la cascata... non può esser che l'abbiano eliminata per sempre. Anzi le cascate erano due, la grande e la piccola. La grande avrà avuto 6-7 metri e sopra la piccola ne avrà avuti forse tre. Noi ragazzi, ed ora sto parlando di un periodo successivo, con me più grande, salivamo fin sopra la piccola, era un'avventura. Non si può capire quanto io ami quel fiume, …..... il mio Gange personale!
Altra cosa che nel mio Universo personale non è possibile, è che abbiano portato via la Stazione Ferroviaria, magnifica piccola stazione di Ugovizza, con quei giganteschi tigli profumati che riparavano dal caldo durante le caldi estati di montagna. Ci sedevamo spesso sulle panchine sotto i tigli con mia mamma, lei leggeva e credo che forse leggevo anche io. Io ho sempre letto da che ho ricordi (ho iniziato leggendo le insegne pubblicitarie per la strada, con un senso di soddisfazione quando riuscivo ad individuare la parola scritta! E leggevo tanto i Topolini da piccola, me li regalava non ricordo chi.. e poi libri per ragazzi). E qui scatta subito l'altro ricordo olfattivo di Ugovizza. L'odore delle traversine dei binari trattate col catrame... anche in questo caso ogni volta che sento questo odore, ma è da molto che non succede a pensarci bene, mi fermo ad odorare “Ugovizza”.. Altro ricordo, stavolta sonoro, è il passaggio a livello con relativa attesa per aspettare di assistere alla discesa e risalita delle sbarre con relativo passaggio del treno. Ogni volta che sento, ed ormai capita di rado... il tintinnio di un passaggio a livello non posso mancare di ricordare Ugovizza.
Nella stazione c'era un bar dove vendevano i
gelati. Siccome ero mingherlina avevo diritto al gelato, ma non ricordo
se ogni giorno, probabilmente no, forse non andavamo ogni giorno alla
stazione! C'erano i gelati tipo coppa azzurra, ed io prendevo il gusto
crema/cioccolata :) C'era anche il cane Pippo, il cane “del bar”. Il
cane Pippo era un vecchio bassotto obeso, ed il motivo era che anche a
lui piacevano i gelati. C'era la signora Vittoria, ex collega di mio
papà in pensione, anzi... signorina.. infatti lei aveva lavorato fino
alla pensione perchè non aveva un marito :), che comprava sempre il
gelato a Pippo e lui se lo gustava con soddisfazione! Probabilmente gli
sarà venuto un ictus o un infarto.. o sarà morto di diabete!!!
Poi c'erano i campi... Si doveva attraversare la strada, forse una provinciale, sia per andare alla Stazione che per andare nei campi. Io e mia mamma ci andavamo le mattine, quando non faceva troppo caldo, ci portavamo una coperta e ci sedevamo a... leggere! Lei sbracciata e con le gonne un poco alzate per abbronzarsi. Tutte e due col cappellino di paglia in testa! Nei campi c'erano anche le edicole votive di campagna. Quella volta non avevo come ora la fobia delle cavallette, no so cosa sia successo dopo per farmela nascere. Quindi me ne stavo tranquillamente sul prato, con piacere! Probabilmente sul prato facevamo merenda... ero mingherlina!!! :)
In paese ricordo anche una
signora che mia mamma andava a trovare, abitava vicino all'albergo oltre
al fiume e me la ricordo perché era una signora anziana che nel mio
immaginario mi ricordava una strega, ma era invece molto gentile e mia
mamma si intratteneva volentieri con lei qualche volta. Non ricordo il
suo nome. Abitava al piano sopra una stalla dove teneva le sue mucche da
latte, e sopra vi si accedeva da una bella scala di legno.
Poi per qualche anno non siamo più andati, non saprei perché... ma forse potrebbe essere che i miei non ce la facevano economicamente. Ma qualche anno dopo siamo tornati, ed io ormai ero quasi adolescente ed ho ricordi ben diversi e più articolati. Non stavamo più nell'albergo alla posta, che ormai era chiuso, ma stavamo in una casetta sempre dei proprietari dell'albergo, presa in affitto.
Il fiume c'era
sempre, con le cascate e le arrampicate, in compagni degli amichetti
estivi che mi ero fatta in loco. C'erano le figlie del gestore del
negozio di alimentari, Livia mia coetanea e sua sorella Paola, sono
stata spesso a casa sua, avevano anche una sorellina più piccola della
quale non ricordo il nome. Poi Livia l'ho ritrovata tanti anni dopo, ma
non erano ancora gli anni di fb e dei telefoni cellulari, ero in vacanza
col mio ex marito credo a Fornia Avoltri, l'ho trovata che gestiva un
negozio. Noi eravamo in un posto lì vicino e le avevo promesso che prima
di andare via sarei andata a salutarla; purtroppo ce ne siamo andati
sotto un acquazzone terribile che non mi ha reso possibile scendere
dalla macchina senza dovermi inzuppare completamente.... poi le ho
scritto ma non mi ha più risposto, credo se la sia presa e mi dispiace
moltissimo! Non ricordo più il suo cognome, saranno passati 30 anni!
A quei tempi a Ugovizza c'erano anche un fratello ed una sorella, non
ricordo i nomi, erano figli di un professore di lingua slovena ma con me
parlavano italiano. Credo di aver dato il mio primo casto bacio a quel
ragazzo di cui non ricordo il nome... forse Max, Massimo,
Massimiliano... ricordo ancora il luogo ma credo che non ci sia più,
hanno costruito casette. Ricordo che c’era il Luna Park ed in
particolare la giostra con il famoso pollo, quanti giri ho fatto su
quella giostra, al suono di Celentano, Battisti e Mina (anche certe
canzoni mi ricordano Ugovizza).... “e non vorrei che tu, a mezzanotte tre, stai già pensando a un'altro uomo”
Poi al posto del Luna Park, nello stesso spiazzo c'era una catasta di tronchi d'albero e noi ragazzi ci arrampicavamo in cima alle cataste a far nulla, ridere e chiacchierare.... L'ultima volta che sono stata ad Ugovizza con i miei genitori ho conosciuto (ma forse dire che ho conosciuto è una parola grossa) Daniele che era il bel figlio del macellaio – deve essere il karma, visto che poi ne ho sposato un altro..... :), considerando che non mangio carne da una ventina d'anni – questo ragazzo che forse aveva quattordici anni ed io forse tredici, mi faceva molto battere il cuore e qualcuno mi pare che ci aveva combinato un'incontro... io dovevo trovarmi sulla stradina di campagna laterale alla ferrovia e lui mi avrebbe raggiunto, e così fu, mi raggiunse in bici... solo che quando lui mi rivolse la parola io gli risposi malamente per l'imbarazzo e lui probabilmente per lo stesso imbarazzo scappo via... ma che anche io gli piacessi era indiscutibile, ed ora spiego il perché.... Ugovizza era una stazione secondaria e per arrivarci da Trieste bisognava prendere due treni. Il prima faceva Trieste Tarvisio, che era più avanti e quindi si passava davanti ad Ugovizza. Poi si prendeva il locale che ritornava indietro (il rapido si chiamava ma era lento e si fermava ad ogni stazione) e quindi anche ad Ugovizza. Per tornare a Trieste era il contrario, quindi avevo dato disposizioni a chi di dovere che se al tal Daniele io piacevo, lui doveva venire ad aspettarmi al passaggio del diretto Tarvisio Trieste davanti ad Ugovizza quando sarebbe passato. Ebbene, guardando dal finestrino l’ho visto che mi aspettava al passaggio a livello.... Ora so che è proprietario della macelleria, non è più il bel ragazzo che mi ricordavo (l'ho visto su fb...) e ha le tipiche fattezze bisunte di chi fa quel tremendo mestiere.
Non siamo più tornati con i miei
ad Ugovizza, mio papà si era ammalato di asma e la montagna non gli
faceva bene, infatti l'ultima volta che ci siamo stati siamo dovuti
scappare perchè aveva avuto un potente attacco asmatico. Io ci sono
tornata varie volte nel corso degli anni, ed ho assistito al suo lungo
periodo di paese fantasma, al periodo post alluvione a causa della piena
del fiume che ha buttato giù addirittura il campanile della chiesa che
si trova lungo il suo tragitto, ed ho poi assistito alla sua rifiorita.
Ora è un luogo bello, non è più la stessa cosa... però l'amo ancora!!!
Tanti ricordi mi sono tornati alla mente mentre scrivevo, alcuni magari
li ho persi per la strada e chissà magari mi verranno in mente dopo....